Sotto casa di Giorgia Meloni: l'inquietante confessione
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Sotto casa di Giorgia Meloni: l’inquietante confessione

Giorgia Meloni

Un uomo parla al Fatto Quotidiano riguardo l’incidente sotto casa di Giorgia Meloni il 30 novembre. Il giallo sul secondo uomo.

La sera del 30 novembre scorso è avvolta da un alone di mistero, due persone sono state fermate sotto casa della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, sollevando dubbi e domande ancora senza risposta. Uno di loro, che ha deciso di parlare al Fatto Quotidiano, racconta la sua versione dei fatti.

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Giorgia Meloni
Giorgia Meloni

Le dichiarazioni dell’uomo

Quella sera ero io sotto casa della premier“, esordisce l’uomo Al Fatto Quotidiano. “Ero con una persona che avevo appena conosciuto e che non ho mai più rivisto. Non facevamo nulla di male, non volevamo rubare le ruote della Porsche parcheggiata lì davanti. È stato tutto un equivoco: ero nel posto sbagliato al momento sbagliato.Le sue parole descrivono una situazione surreale al Fatto Quotidiano, dove la sfortuna e la coincidenza sembrano aver giocato un ruolo cruciale. Ma chi era l’altro uomo? “Mai più rivisto e mai conosciuto“, risponde. Il mistero rimane fitto.

A che punto sono le indagini

Le indagini, condotte dal procuratore di Roma Francesco Lo Voi, cercano di far luce sulla vicenda. La Digos ha concluso le proprie verifiche, e ora spetta alla procura decidere se archiviare il caso o procedere con ulteriori azioni. La difficoltà sta nel fatto che non ci sono prove sufficienti per contestare un reato di tentato furto. Inoltre, è complesso dimostrare se ci siano state false generalità fornite alla polizia quella notte.

Inizialmente, gli agenti di polizia identificarono due persone che si presentarono come agenti dell’Aisi. Tuttavia, un’indagine amministrativa ha rivelato che i veri agenti dell’Aisi avevano già richiesto il trasferimento prima dell’incidente di novembre. Analizzando le celle telefoniche, si è scoperto che non c’erano 007 presenti quella sera, ma due individui a bordo di una Mercedes.

Uno di questi, ora identificato e interrogato, è l’uomo che ha parlato al Fatto Quotidiano. “Ero in macchina quando è successo. Non ci ho parlato io con la poliziotta. Ci ha parlato quest’altro che se avesse detto ‘guardi non stiamo a fa’ niente, siamo qua di passaggio’, quelli avrebbero risposto: ‘Qua non ci puoi stare…’. Sarebbe finita così.

Il suo compagno, fingendo di essere un collega degli agenti, ha complicato ulteriormente la situazione. “Io non sapevo né chi fosse Giambruno, né che quella fosse la casa di Meloni. Di tutta ‘sta storia, politica, servizi, non so nulla. Ero nel posto sbagliato al momento sbagliato. È stato un equivoco“, conclude l’uomo al Fatto Quotidiano. Le sue parole lasciano ancora molte domande aperte e rendono la notte del 30 novembre una delle vicende più enigmatiche della recente cronaca italiana. Tutte le informazioni sono riprese da open.online

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ultimo aggiornamento: 16 Giugno 2024 9:54

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